Storia del Trofeo - Trofeo Mariele Ventre

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Il Trofeo Mariele Ventre, opera dell'artista A.Giacometti, è stato realizzato da XIPO ART Studio.

 

Il Trofeo di pattinaggio Mariele Ventre, ideato da Lidia Basso De Biase, grande amica di Mariele, e condiviso da Raffaele Nacarlo, oggi Coordinatore SDA Regionale E.R. Pattinaggio UISP, è stato sempre realizzato e organizzato dal "COMITATO TROFEO MARIELE VENTRE", costituito dall'UISP e dalla Fondazione Mariele Ventre e patrocinato dall'Antoniano di Bologna.
Il Trofeo nasce per rendere omaggio alla indimenticata MARIELE VENTRE, scomparsa il 16 dicembre 1995 - fondatrice e direttrice del Piccolo coro che porta ora il suo nome. La manifestazione è ormai divenuta un appuntamento irrinunciabile per i bambini della Città di Bologna, la sua città che ha sempre ospitato quest’iniziativa sin dalla sua prima edizione: Mariele, storica fondatrice del Piccolo Coro dell’Antoniano, le sue doti di musicista e educatrice l’hanno resa popolare  e vicina al cuore della gente ed in particolare dei bambini e dei suoi concittadini. I bambini di Bologna Le rendono omaggio attraverso il Trofeo a lei intitolato; è una festa di sport e di solidarietà resa spettacolare dalle coreografie eseguite dai piccolissimi pattinatori sulle musiche delle più belle canzoni dello Zecchino d’Oro.    La formula “Creato dai bambini, realizzato dai bambini, giudicato dai bambini del Piccolo Coro Mariele Ventre e finalizzato ai bambini bisognosi del mondo” è stata fin dalla prima edizione un trionfale successo.
Negli anni la manifestazione ha sempre confermato tale successo coinvolgendo ad oggi 9500 bambini, che, con gli oltre 57000 spettatori, hanno sempre riempito il Paladozza, per l’occasione rinominato “Palazecchino”, permettendo di devolvere cospicue risorse che hanno contribuito alla realizzazione di progetti di solidarietà legati al nome di Mariele, promossi dalla Fondazione Mariele Ventre e dall’Antoniano.
Questa è la descrizione che ha dato l'artista dell'opera:
"La chiave di violino rappresenta la figura di Mariele; che dà l'impulso giusto alle note qui sostituite da bimbi stilizzati. Come filo conduttore: il pentagramma che funge da trait d'union tra la musica ed il pattinatore che traina i cinque fili argentati. La composizione circolare di tutta l'opera ricorda le scenografie di teatri o di studi televisivi, ma vuole essere soprattutto il tentativo di rappresentare un enorme abbraccio a Mariele e a tutto ciò che essa ha rappresentato. L'argento fa scintillare la luce, mentre il cristallo la scompone; si crea così questo gioco di rifrazione e di trasparenza, rendendo magico anche solo un esile raggio di luce. Proprio come Mariele, con la sua generosità sapeva fare".

 
 
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